A livello legislativo, la cosa più importante perché si possa iniziare a far valere i diritti dei nostri figli, in modo che loro abbiano al più presto ciò che gli spetta, è informarsi sulla legge 104/92, la legge che tutela i disabili.
So bene che il solo pensiero di associare i nostri bambini a un qualunque tipo di disabilità fa raggelare il sangue. Ma bisogna essere forti, e capire che loro rimangono i nostri splendidi bambini, a prescindere dalla diagnosi o da ciò che dicono le leggi, loro per noi saranno sempre perfetti così come sono!
Dobbiamo essere in grado di separare quello che loro sono per noi, da quello che invece dobbiamo fare per loro, per aiutarli all’integrazione di cui hanno necessità.
Questo percorso inizia con una diagnosi, che dev’essere stilata da un neuropsichiatra infantile della ASL, poi seguirà la trasmissione telematica da parte del pediatra del certificato di handicap direttamente all’INPS (occhio che il pediatra metta i giusti codici ICD 10 OMS, perché se dovesse sbagliarli potreste incorrere in ritardi di vario genere!)
Con la copia di questo certificato ci recheremo ad un CAF (o patronato) dove si occuperanno di tutto, e noi saremo convocati tramite raccomandata, a presentarci davanti ad una commissione medica con nostro figlio. Sarà quella commissione a decidere se i bambini hanno diritto all’indennità di frequenza, sempre in base alla gravità di ciascuno.
Vedi sito INPS: http://www.inps.it/portale/default.aspx?sID=0%3b5673%3b10080%3b&lastMenu=10080&iMenu=1
Nota dell’INPS di fine giugno in cui si attesta il fatto che i bambini autistici o sotto lo spettro autistico hanno il diritto di NON essere più rivisti dalla commissione medica, tranne quelli lievi o borderline:
http://www.inps.it/bussola/visualizzadoc.aspx?sVirtuAlURL=/Messaggi/../MessaggiZIP/Messaggio%20numero%205544%20del%2023-06-2014_Allegato%20n%201.doc